La «normalità» in sessuologia
Cos’è normale nella sessualità?
D’impeto potremmo aver una sensazione di estrema chiarezza rispetto a cosa sia ‘normale’ e cosa no, per quella diffusa struttura di pensiero binario che ci semplifica la vita tagliando con l’accetta [come direbbe un mio vecchio professore] i concetti, convinti pure che anche gli/le altrə la pensino esattamente come noi. Nonostante ciò, se ci fermiamo appena un attimo e ancor più se ci confrontiamo apertamente potremo cogliere che il ‘mio normale’ non è il ‘tuo normale’.
Dobbiamo innanzitutto metterci d’accordo su cosa intendiamo per normalità.
Il dizionario direbbe che normale è ciò che segue la norma, che in origine era uno strumento che serviva a regolare. Regolarsi rispetto a cosa, in sessualità? Dipende!
Vediamo dunque alcuni tra i diversi criteri che ‘regolano’.
È normale ciò che rispetta una norma BIOLOGICA
Secondo questo criterio in sessualità sarebbero normali solo quegli atti che abbiano un fine riproduttivo, in quanto biologicamente il sesso serve al mantenimento della specie.
Per secoli questa è stata l’argomentazione di coloro che condannavano l’omosessualità, definendola ‘contro natura’ perché non permetteva la procreazione.
Paradossalmente applicando questo criterio potremmo bandire anche l’autoerotismo, la masturbazione reciproca, il sesso orale e il sesso anale etero-sessuale; ma anche il coito dopo la menopausa, dato che la femmina non è più fertile e quindi non più procreativa. Qualsiasi forma di contraccezione, e molto altro.
È normale ciò che rispetta una norma STATISTICA
La ‘curva normale’ in statistica [la famosa gaussiana] descrive una distribuzione nella popolazione generale con pochi elementi alle estremità [al polo inferiore e superiore] e la ‘maggioranza’ collocata circa nel mezzo, attorno alla ‘media’ [qui sì, ho tagliato con l’accetta la spiegazione nell’intento di farmi comprendere].
Presento un esempio grossolano. Prendiamo la c.d. latenza eiaculatoria ovvero il tempo che intercorre tra l’inizio della penetrazione o stimolazione del pene – gergalmente sarebbe un po’ come chiedere “quanto ci metti a venire?” – e il raggiungimento dell’eiaculazione: se raccogliessimo i dati di migliaia di persone avremmo valori che vanno dal minuto [gli eiaculatori precoci/anticipati] a 20 – 25 minuti ed oltre [gli eiaculatori ritardati]. Il numero di soggetti nell’estremo inferiore [1 minuto] e nell’estremo superiore [30 minuti] saranno una minoranza, mentre la maggioranza si collocherà nel mezzo, con tempi tra i 3 e gli 10 minuti circa, dando una media attorno ai 5,7 minuti.
In statistica è considerato non-normale un valore che si discosta troppo dalla media.
Altro esempio. Potremmo raccogliere dati in merito alla frequenza con cui le coppie hanno rapporti sessuali: vi saranno coppie che dichiarano ‘1 volta al mese o meno’ così come coppie che dichiarano ‘una volta al giorno e più’, e tra questi due estremi si concentrerà plausibilmente la maggioranza.
Inoltre nel senso comune, rifacendosi ingenuamente ad una frequenza statistica, si iper-semplifica assumendo come normale la condotta della ‘maggioranza’ distribuendola in modo binario. La maggioranza fa una cosa oppure fa il contrario; ad esempio usa il preservativo oppure non usa il preservativo.
Fino a qualche decennio fa sarebbe stato semplice asserire che l’eterosessualità fosse normale, in quanto praticata dalla maggioranza della popolazione mentre l’omosessualità no [mi perdoni la comunità LGBTQIA+ perché in questo scritto non apro la questione della non-binarietà degli orientamenti].
Altri esempi? Il sesso con sconosciuti: l’indagine anonima svolta da C-date.it nel 2017 rileva che il 49% su 1.000 intervistatə dichiara di aver avuto almeno un rapporto sessuale con persone matchate sulle app di incontri, ovvero non conosciute di persona. Non si tratta della maggioranza, ma pressochè della metà [fingiamo che il campione rispecchi davvero la popolazione generale]: quindi secondo un criterio statistico avere rapporti sessuali con sconosciutə è normale tanto quanto averne esclusivamente con persone conosciute.
È normale ciò che rispetta una norma GIURIDICO-LEGALE
È normale ciò che si attiene alle leggi in vigore che variano da uno Stato all’altro e si modificano nelle epoche storiche.
Oggi la pedofilia è un reato in Italia come in Grecia, ma nell’antichità era prassi nella penisola ellenica che uomini adulti si accompagnassero a fanciulli più o meno adolescenti in quella pratica chiamata pederastia, senza destare scandalo né suscitare fantasmi di traumi. Si trattava inoltre di una relazione all’insegna della pedagogia, elemento che oggigiorno costituisce un aggravante nei reati di pedofilia, ossia è punito più severamente l’adultə che ricopre verso il minore una funzione di tutore/insegnante/educatorə.
Se il tempo di reazione per assegnare la pedofilia alla casella non-normale rasenta lo zero, pensiamo alla poligamia: un rapporto consenziente tra adultə che in Italia è formalmente vietato. Eh sì, alla faccia della libertà personale: contrarre matrimonio con più di una persona, anche qualora tutti i soggetti coinvolti fossero concordi, non si può! In Italia è proibito, per lo meno dal punto di vista legale.
Mentre in India, Malaysia, Filippine e Singapore la poligamia ad esempio è legale solo per i musulmani (fonte Wikipedia): Paese che vai, usanza che trovi.
È normale ciò che rispetta una norma ETICO-RELIGIOSA
Eticamente è normale ciò che viene compreso tra i valori di un certo gruppo sociale che ancora una volta sono storicamente e geograficamente locati.
Pensiamo ai rapporti pre-matrimoniali che prima del ’68 venivano pesantemente condannati mentre oggi sono molto frequenti; l’interruzione volontaria di gravidanza [IVG – rispetto alla quale non vi è uniformità legislativa tra i Paesi] e che viene fortemente osteggiata da alcune comunità. Senza scomodare questioni ‘vitali’, l’atto masturbatorio è redarguito dalla religione ebraica in quanto ‘dispersione del seme’ e si potrebbero fare molti esempi per ciò che riguarda il culto cristiano cattolico, che non si possono liquidare con un banale ‘impongono la castità’.
È normale ciò che rispetta una norma EDONISTICA e INDIVIDUALE
Il fulcro è il piacere soggettivo, che può variare nel tempo, nell’arco della vita, ma anche rispetto ai/lle partner.
Vi sono persone che inorridiscono all’idea di rapporti orali con il/la proprio/a coniuge ma non li disdegnano con gli/le amanti. Come citavano in un film “non posso pensare che la donna che me lo prende in bocca, alla sera sia la stessa che bacia i miei figli” perché l’immaginario risente dei ‘ruoli’ che ricopriamo nelle relazioni, e ciò che eccita in un contesto può non fare altrettanto altrove.
Dal punto di vista individuale i valori personali, assorbiti dalla società e dall’educazione ricevuta dagli/lle adultə più o meno significativə possono ad esempio far sì che le pratiche autoerotiche siano accettabili quando si è single [o in giovane età], ma che vengano vissute come atti egoistici o addirittura ingiustificati e ‘perversi’ quando si è in una relazione stabile [o quando si è più avanti con gli anni], e che quindi si dovrebbe trovare ‘soddisfacimento’ unicamente nel rapporto sessuale di coppia.
Un valore personale, per riprendere un esempio sopracitato può essere il rapporto sessuale occasionale: per alcunə individuə è una scelta deprecabile, per altrə esistono le app come Tinder e Grindr e molto ancora.
È normale ciò che rispetta una norma DI COPPIA
C’è chi trova ‘strano’ il concetto di coppia aperta o lo scambismo, perché probabilmente ciò vìola certi valori appunto personali. L’esclusività nei rapporti è un dovere esplicito nelle relazioni coniugali [si firma un contratto nel quale ci si impegna alla fedeltà], può esserlo a livello implicito per altri rapporti meno ufficializzati; tuttavia sempre più è utile negoziare apertamente la questione proprio per non dare per scontato che anche il/la partner intenda la ‘coppia’ come la intendiamo noi.
Talvolta alcune relazioni entrano in crisi proprio perché viene trasgredita una norma di ‘coppia’, e non pensiamo solo ai ‘classici’ adulteri: fare sesso con terze persone potrebbe esser consentito, ma a patto che sia presente il/la partner, in sua assenza è tradimento.
È normale ciò che rispetta una norma SOCIO-CULTURALE
Si tratta di atteggiamenti e comportamenti approvati da una certa cultura e società in un dato momento storico, ricordando inoltre che queste due correnti [quella culturale e quella sociale] non marciano alla stessa velocità: spesso la cultura è più lenta rispetto ai cambiamenti sociali che avvengono.
Pensate ad esempio alla figura della donna; oggi socialmente si dichiara la parità di trattamento ma culturalmente esiste ancora una doppia morale: il maschio latin lover è approvato, la femmina maneater passa ancora per una poco di buono. Non sono passati infatti secoli da quando erano in vigore il Delitto d’onore e i matrimoni riparatori.
Che dire quindi?
Spesso ci si rivolge ad un consulente sessuale proprio per trovare rassicurazione rispetto ad una normalità delle condizioni e/o scelte proprie, di qualche partner o prossimə.
Ad esempio, i genitori in quest’epoca genderfluid potrebbero chiedere se è normale che i/le propri/e figli/e adolescenti non sappiano se si sentono maschi o femmine e si dichiarano ‘altro’.
Qualche adultə potrebbe interrogarsi se è normale esser giuntə a 30 anni e non aver ancora avuto il primo rapporto sessuale e via discorrendo.
Ciononostante la domanda a struttura chiusa “E’ normale che…” spesso non può ricevere una risposta Sì-No, con buona pace dei pensatori dicotomici.
In ciascun momento una condotta, un atteggiamento, un comportamento, possono esser coerenti con alcuni criteri di normalità e violarne altri.
Una persona può serenamente condurre una vita di relazioni esclusivamente eterosessuali e giungere alla soglia dei 40 anni per chiedersi se invece non provi un po’ di attrazione anche per persone del proprio stesso sesso.
È non-normale tutto ciò? Secondo un criterio statistico questi soggetti sono di certo una minoranza, secondo un criterio socio-culturale in contesti in cui si inizia a concepire l’orientamento sessuale in modo non rigido questo cambio di rotta è certamente meno sorprendente; e ancora, rispetto ad un criterio individuale, se la persona riesce a tollerare la dissonanza che sperimenta tra ciò che sente e ciò che ha appreso con l’educazione, può percepirsi perfettamente normale in quanto in armonia con se stessə.
Cosa è normale in sessuologia? Praticare il sexting – l’invio di contenuti multimediali a contenuto sessuale – lo è? Statisticamente è un trend in crescita sia tra adultə che teenager.
Dal punto di vista giuridico-legale non costituisce un reato in sé, ma può diventarlo nel caso in cui l’invio di immagini erotiche sia fatto in maniera forzata, quando riguarda minorenni oppure se i contenuti hot, seppur consensualmente scambiati, sono poi fatti circolare senza il consenso delle persone ritratte. Insomma: ci vuole poco affinché il sexting da pratica legale diventi un turpe crimine [detenzione di materiale pedopornografico, revenge porn…].
Rispetto ai principi etico-religiosi lascio al lettore immaginare.
L’anorgasmia è normale? Statisticamente e socio-culturalmente è più normale tra le donne che tra gli uomini.
Da un punto di vista biologico passerebbe per normale per la femmina e non-normale per un maschio dato che l’orgasmo femminile non è indispensabile al concepimento mentre quello maschile, essendo solitamente associato all’eiaculazione, sì.
Rispetto al criterio individuale l’anorgasmia può esser vissuta con serenità… o tutto il contrario!
I ‘matrimoni bianchi’, ovvero le relazioni di coppia in cui non viene praticato alcun rapporto sessuale, sono normali? E perché non dovrebbero esserlo? Ritengo sia una di quelle situazioni in cui il criterio di coppia debba prevalere su tutti gli altri [dato che non è reato, astenersi dal sesso! Piuttosto sarebbe reato il contrario: costringere o sentirsi costrettə].
Gli esempi potrebbero proseguire a lungo.
Insomma, nella sessualità quasi tutto [se non tutto] può esser normale e non-normale in base alla prospettiva che si assume per osservare il fenomeno.
La normalità di ciascunə [in termini di desideri, pensieri, atteggiamenti, comportamenti…] si muove in un equilibrio mutevole sui confini e nelle aree di intersezione di tutti i criteri enunciati sopra, con l’esito che nessunə segue rigidamente alcun principio, in modo costante nel tempo. E per fortuna!
Dott.ssa Daniela Bonato
Psicologa e Psicoterapeuta
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