La valutazione neuropsicologica clinica prevede una prima parte di colloquio anamnestico (eventualmente anche con la presenza del caregiver/familiare) e una parte di prove e test cognitivi svolti in studio, che indagano i vari domini: attenzione, memoria, funzioni esecutive, linguaggio, etc…

L’iter valutativo, anche alla luce di altri esami diagnostici e specialistici, si conclude con la stesura di una relazione clinica illustrata e consegnata agli interessati.

La stimolazione/riattivazione cognitiva mira ad esercitare le abilità mentali, in particolare quelle rilevate e/o percepite come deficitarie, per rallentare un eventuale decadimento fisiologico o patologico che sia.

Nei casi di danni cerebrali (ictus, traumi cranici…) la riabilitazione neuropsicologica, tramite training specifici delle funzioni quali attenzione, memoria, concentrazione, funzioni esecutive, linguaggio, prassie, pianificazione, ragionamento, stime cognitive, esplorazione visiva, tempi reazione, orientamento spazio-temporale, calcolo etc… ha l’obiettivo di ripristinare un livello di performance il più vicino possibile a quello pre-morboso.

Talvolta la necessità è semplicemente quella di comprendere una diagnosi ricevuta (neurologica, geriatrica, medica…) ed immaginarsi cosa avverrà nel seguito. Perché la persona non è solo la sua patologia ed è fondamentale fare un bilancio anche delle abilità preservate e delle autonomie residue, per capire come potenziarle o compensarne le difficoltà, in un progetto ritagliato sull’individuo, che davvero tenga conto di chi era, chi è e chi potrà essere.